lunedì 23 maggio 2011

Libri: Come ritrovai Livingstone in Africa

Di come gli Europei siano venuti a contatto con la parte interna dell'Africa, ne avevo parlato in un post intitolato La "scoperta" dell'Africa.
Tra gli episodi di quella che, "nel bene e nel male", è considerata l'epopea dell'esplorazione europea in Africa, l'incontro tra David Livingstone , dato per morto o per disperso, e Henry Stanley, mandato a cercarlo, è senz'altro quello che, all'interno della grande disputa alla ricerca delle sorgenti del Nilo, ha maggiormente occupato l'opinione pubblica del tempo e successivamente gli storici delle scoperte geografiche.
Da questo viaggio, iniziato nel 1869 e concluso nel 1872 (il 1 novembre Stanley incontrerà Livingstone sul Lago Tanganika, pronunciando la storica frase: - "Dottor Livingstone, I presume"), Henry Stanley scriverà un diario How I Found Livingstone, pubblicato nel 1872. Nel 1997 questo diario è stato tradotto per la prima volta in italiano con il titolo Come ritrovai Livingstone in Africa centrale, edito dal Touring Club nella collana I Miraggi.
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Il libro è appunto il diario (vi sono riprodotti anche i disegni di Stanley) di quell'avventurosa ricerca, tra la bellezza e la crudeltà della natura africana, tra gli incontri con le popolazioni locali e i crudeli mercanti arabi di schiavi. Questo diario permette anche di riconoscere lo spirito, di assoluta superiorità, con cui "l'uomo bianco" si recava in Africa. E' un documento di straordinaria importanza per chi vuol compredendere l'Africa di oggi e l'origine anche di molti mali del continente.
Henry Morton Stanley, di origine gallese, fu adottato poi da un ricco mercante americano (che gli diede nome e cognome) fu inviato alla ricerca di Livingstone in quanto reporter del New York Herald. Successivamente Stanley divenne uno dei protagonisti della conquista e della spartizione dell'Africa, infatti egli lavorò alle dirette dipendenze di re Leopoldo II di Belgio, che grazie a Stanley ed ai trattati (secondo gli storici oltre 450) che egli fece sottroscrivere (sempre con una X apposta sulla carta) ai capi tribù, mise le basi dello Stato Libero del Congo, ovvero quasi due milioni e mezzo di chilometri quadrati di proprietà personale del re.


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