venerdì 25 febbraio 2011

Presentato "The State of The World's Children 2011" dedicato all'adolescenza

L'UNICEF ha presentato il rapporto sui giovani (The State of The World's Children 2011), in particolare si è deciso di dedicarlo quest'anno agli adolescenti con il sottotitolo "Adolescence: An Age of Oppotunity".
La fascia di età 10-19 anni è rappresentata nel mondo da circa 1,2 miliardi di persone. Essi sono il 18% della popolazione mondiale. Di questi 9 su 10 vivono in paesi in via di sviluppo, in particolare 665 milioni in Asia (250 mila tra India e Cina), 290 milioni in Africa e Medio Oriente, 108 milioni in Latino-America, 60 milioni negli ex Paesi sovietici e 118 milioni nei paesi industrializzati.
Nei Paesi industrializzati gli adolescenti rappresentano il 12% della popolazione, in Africa Sub-Sahariana essi sono il 20%. Inoltre in tutti i Paesi in via di Sviluppo, grazie alla riduzione - lenta, ma continua - della mortalità infantile gli adolescenti continueranno a crescere nel futuro.
Nell'introduzione del rapporto si ricorda quello che accadde lo scorso anno a Bonn durante una conferenza sul clima delle Nazione Unite. Mentre si parlava dei cambiamenti climatici e degli effetti di essi avranno nel 2050, una ragazzina intervenne chiedendo ai delegati "Quanti anni avrete voi nel 2050?". Nell'imbarazzo generale i più dovettero ammettere che nel 2050 la loro età si sarebbe avvicinata al secolo!
Ecco in questo semplice racconto risiede l'imperativo di lavorare - in termini di coinvolgimento, partecipazione e opportunità - con questa generazione di ragazzi e ragazze, i quali saranno i protagonisti del futuro dei loro paesi e dell'intera umanità.





Vi è una generazione - che pian piano sta per diventare una massa che preme per essere ascoltata. Al tempo stesso è anche una generazione fragile - basti guardare nel rapporto i dati riguardanti la salute (in particolare anemia e hiv), le mutilazioni genitali, le violenze, lo sfruttamento - che abbisogna di politiche di protezione (gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono chiari in questa direzione) e di investimenti per il futuro. Non dimentichiamo che è anche una "generazione tecnologica" ovunque: nella grandi città americane o europee così come nelle capitali africane e dell'est asiatico.
Sebbene la questione generazionale, e in particolare quella del coinvolgimento nelle scelte per il futuro e delle opportunità, tocchi gli adolescenti di tutto il mondo, nei paesi in via di sviluppo appare decisamente più drammatica.
Troppo spesso nel Nord del mondo si ha un'immagine del sud del mondo, e dell'Africa in particolare, legata ancora a vecchi e superati ricordi coloniali. Non ci stancheremo mai di ripetere che in Africa - ed è questa la magia - convivono popolazioni che vivono ad uno stato non molto dissimile da quello dei primi uomini sulla terra (i boscimani, ad esempio) e centri di ricerca, università e tecnologie che nulla hanno da invidiare al resto del pianeta.




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