venerdì 24 settembre 2010

Squalo a Mogadiscio, un ricordo

Ieri Repubblica.it ha pubblicato alcune immagini - bellissime - di un ragazzo a Mogadiscio che trasportava, sulla schiena, un grande squalo per venderlo.
Vedendo le foto mi è tornata in mente una storia. Nel 1995 ero in procinto di recarmi, per conto di una ONG italiana, in Somalia (cosa che poi non ho mai fatto). Mentre discutevamo sulle problematiche logistiche (la Somalia era nel pieno caos - vedi questo post di Sancara) un medico, che era appena rientrato da Mogadiscio, mi raccontò di un bambino morso da uno squalo mentre faceva il bagno. Incuriosito lo incalzai di domande sull'accaduto. Quando arrivarono gli americani - con la missione Restore Hope - dalle portaaerei alla fonda era difficile arrivare sulle spiagge a causa della barriera corallina. Gli americani decisero allora di aprire dei varchi (usando esplosivi) nella barriera per permettere il passaggio di mezzi anfibi e altre imbarcazioni in modo da favorire lo sbarco di truppe e mezzi. Ovviamente l'ecosistema naturale (e la protezione) fu alterato in modo permanente. In quel tratto di spiaggia vi erano i luoghi dove gli abitanti - soprattutto bambini - usavano fare il bagno. Gli squali iniziarono ad entrare, attraverso i varchi provocati dalle esplosioni, e vi furono i primi casi di attacchi all'uomo. Del resto da generazioni si sapeva che quella zona, a causa della barriera corallina, era protetta dalla presenza di squali più grandi. Quel medico (mi spiace non ricordarne il nome) mi raccontò che nell'ultimo anno vi erano stati diversi attacchi in quel tratto di mare - qualcuno anche molto grave (amputazioni di arti) - tutti a carico di bambini.
Oggi guardando le foto di Repubblica mi è tornata in mente quella chiacchierata. Questa volta, forse, i ragazzi hanno avuto la meglio sugli squali.

Naturalmente essendo una notizia di "seconda mano" non sono in grado di conoscerne maggiore dettagli , resta a mio parere interessante. Resta il fatto che il collegamento con la foto di Repubblica mi apparso sensato.

2 commenti:

/Alessandro ha detto...

Non e' colpa dei soliti americani. La barriera corallina davanti a Mogadiscio era aperta da sempre e attachi di squali erano la normalitak gia negli anni 80.

Gianfranco Della Valle ha detto...

Grazie per il contributo. Come dicevo la storia mi era stata raccontat, sebbene la persona mi era aopparsa affidabile e precisa. Resta uguale il ricordo e la sensazione di una rivincita dei ragazzi sugli squali. Ciao Gianfranco

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