lunedì 13 settembre 2010

Darfur: la più grave crisi umanitaria

Il Darfur è la regione occidentale del Sudan, nel pieno deserto del Sahara. Un'area di quasi 500 mila chilometri quadrati (una volta e mezzo, abbondante, la superficie dell'Italia) dove vivono circa 6 milioni di persone. Il territorio è caratterizzato da un grande altopiano, con montagne che arrivano a 3000 metri, soggetto a progressiva desertificazione.
Quasi la totalità della popolazione è di religione mussulmana. Nel Darfur sono presenti dai 40 agli 80 diversi gruppi etnici che si possono distinguere tra popoli sedentari (neri) e popoli nomadi (arabi).
La regione presenta una caratteristica che la fa diventare strategicamente importante: il sottosuolo è ricco di petrolio.
Dal 2003 l'area è messa a fuoco e fiamme dalle milizie Janiaweed, spalleggiate dal governo criminale di Khartoum. Con quasi tre milioni di sfollati (che sovravvivono in campi accoglienza), con 250 mila profughi sudanesi rifugiati in Ciad, nel Darfur è in corso quella che l'Unicef definisce la più grave e complessa emergenza umanitaria attualmente in corso nel mondo.
I contrasti che stanno alla base del sanguinoso conflitto sono complessi (per chi volesse approfondire vi rimando alla dettagliata e curata pagina su Wikipedia e alla scheda del Corriere della Sera Esteri) quello che invece è evidente è che in Darfur è in corso un vero e proprio genocidio nella assoluta indifferenza del mondo.
Tra soli 5 mesi (gennaio 2011) il Sudan sarà chiamato a votare un referendum per l'indipendenza del Sud Sudan (dopo quasi 50 anni di guerra civile) l'impressione di molti osservatori è che la situazione - in carenza di interventi - è destinata, qualora sia possibile, a peggiorare.
Il presidente del Sudan Omar al-Bashir, salito al potere con un colpo di stato nel giugno 1989, è accusato dal Corte Penale Internazionale di crimini contro l'Umanità (con un mandato d'arresto) e recentemente ha fatto molto discutere la sua visita in Kenya (in occasione della festa della nuova Costituzione) nell'indifferenza dell'Unione Africana (che per opportunismo politico ha deciso di non applicare il mandato di cattura internazionale e di sospendere la collaborazione con la Corte).

Il petrolio del Darfur è oggi sfruttato in massima parte dalla Cina attraverso la China National Petrolium Corporation (assieme all'India e la Malaysia). Altri stanno a guardare in attesa di entrare nel colossale business.

Il prossimo 21 settembre è stata indetta la Giornata Mondiale per la Pace in Sudan

Sono molte le inziative in corso tra cui:

Un appello di Italians for Darfur per chiedere alle emittenti televisive di dare più spazio all'informazione su questa gigantesca crisi (che vi invito a firmare e far firmare).

Domenica 19 a Roma è prevista dalle ore 11.00 alle 16.00 un Drum Circle (un cerchio di tamburi) al Circo Massimo per "battere un colpo" per la pace in Sudan, organizzata da Italians fo Darfur (tra cui Italian Blogs For Darfur) e Amnesty International.

Vi segnalo, per approfondimenti e aggiornamenti sulle iniziative e più in generale sulla questione del Darfur i siti di Save Darfur e di Darfur Fast For Life.

2 commenti:

Alessio ha detto...

Nulla da aggiungere tranne questo vecchio video delle Iene che dà la misura di quanto la questione del Darfur sia stata discussa a livello parlamentare...

http://video.google.com/videoplay?docid=-7740513182576474403#

Gianfranco Della Valle ha detto...

Grazie Alessio.... ovviamente non ci sono parole (ovvero ci sarebbero ma è meglio non usarle!)
Gianfranco

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